Volontariato


I primi volontari di Insieme per la Pace sono andati in Ruanda alla fine del 1994, all’inizio delle nostre attività in questo martoriato Paese.
A quel tempo cercavamo persone disponibili ad aiutarci a organizzare e seguire i nostri progetti per lunghi periodi, il Ruanda era appena uscito da una guerra e da un genocidio senza precedenti, era totalmente distrutto e la gente del luogo era bisognosa di tutto, anche di essere aiutata a riorganizzarsi.

Ora, a 20 anni di distanza, la situazione è molto migliorata e i Ruandesi diventati efficienti, responsabili, ben organizzati e solerti lavoratori, riescono a portare avanti da soli e in modo responsabile i progetti di aiuto allo sviluppo sostenibile che con loro abbiamo organizzato.
Il nostro sostegno finanziario è ancora importante, nel paese non ci sono materie prime e la povertà è estrema ma la nostra presenza nella gestione delle attività non è più indispensabile.

Questo preambolo è per comunicare che in Ruanda al momento non abbiamo bisogno di volontari, essendo però le richieste sempre numerose diamo la possibilità di fare una esperienza sul territorio.

Proponiamo il seguente vademecum per spiegare il significato dal nostro punto di vista di una tale attività, da intendersi come una sorta di contratto morale tra il volontario e l’associazione.


COSA SIGNIFICA ESSERE VOLONTARI DI INSIEME PER LA PACE

Vi sono due motivi per recarsi in Ruanda:

1) per seguire un progetto ben definito e concordato con l’associazione,

2) per poter vivere un’esperienza personale, non legata alle necessità dell’associazione.

  • I progetti da noi sostenuti sono ormai diventati autonomi e gestiti unicamente da personale locale. Quindi se c’è bisogno di volontari deve essere legato ad uno scopo preciso, limitato nel tempo oppure che da il via ad una attività che possa essere continuata dalla popolazione indigena e che sia nello spirito di Insieme per la Pace, non legato alla presenza di uno o più volontari.
  • Chi parte deve spiegare esattamente il proprio progetto (di collaborazione o personale) e presentare un rendiconto al ritorno. Deve inoltre conoscere l’associazione, esserne socio (tassa sociale fr 50.-) e partecipare alla raccolta fondi.
  • Deve inoltre impegnarsi a portare in Ruanda il massimo del materiale da distribuire che l’associazione regolarmente riceve e prevedere, al rientro, di essere incaricati di portare manufatti e articoli vari per i numerosi mercatini.
  • Sul territorio deve essere consapevole del proprio ruolo verso i Ruandesi: l’uomo bianco è portatore d cultura, valori e abitudini diverse che possono scontrarsi con quelle del paese ospitante.
  • La situazione locale è molto difficile e c’è bisogno di tutto. E’ quindi naturale per il volontario inesperto lasciarsi andare a slanci di generosità formulando promesse di aiuto materiale e/o finanziario a singoli o gruppi a nome proprio e/o dell’associazione. Questo va assolutamente evitato per non creare degli squilibri nel piano di allocazione delle risorse predisposto dall’associazione. Nel caso in cui un volontario volesse sostenere singoli o gruppi deve sottoporre la proposta ai responsabili dell’associazione DOPO il suo rientro in Svizzera.
  • Sapere che l’opera principale di aiuto e volontariato è svolta in Svizzera tramite la raccolta fondi sotto diverse forme (collette, mercatini, pesche di beneficenza, padrinati,…) ed essere quindi disposto a partecipare alle varie attività in Svizzera sia prima dell’esperienza in Ruanda sia dopo il rientro, anche con nuove idee.
  • Durante il soggiorno è richiesta una partecipazione giornaliera di fr 30.- che copre alloggio, colazione e cena in uno dei foyer di Insieme per la Pace, di cui fr 20.- per la camera da dare anticipatamente all’associazione e fr 10.- per il vitto da dare direttamente al responsabile del foyer in Ruanda. Le condizione di vita sono semplici ed essenziali, bisogna quindi essere disposti ad accettare gli inevitabili disagi che la vita in un paese in via di sviluppo comporta e mai dimostrarsi insoddisfatti sul territorio, ma eventualmente discuterne con il comitato dell’associazione.
  • Avere la coscienza che l’organizzazione del viaggio e gli spostamenti interni sono posti sotto la diretta responsabilità del volontario.
  • L’esperienza in Ruanda non é una vacanza. Il volontario è tenuto a seguire i ritmi, gli orari e le regole del foyer (ad esempio non si potrà introdurre cibo personale, alcol, alzarsi tardi la mattina) per non disturbare la vita quotidiana dei ragazzi che vi abitano.
  • Insieme per la Pace si riserva di allontanare chi non rispetterà le indicazioni date.