Capre, galline e mucche…

Buongiorno a tutti, 
con piacere allego un PDF del periodico luganese  il CERESIO, ringraziando di tutto cuore il giornalista Raimondo Locatelli per il bellissimo articolo: un riassunto conciso e fedele della mia vita e del mio impegno per il Ruanda, corredato da parecchie fotografie. C’è pure la foto di me piccolina davanti all’Hotel Splendide con il mio amato papà, che pochi mesi dopo la foto è deceduto a soli quarant’anni, lasciandomi nel più grande sconforto… rinchiusa nel mio dolore per mesi mi sono isolata nel più totale silenzio… sapevo solo piangere…  facendo la spola da una nonna all’altra, entrambe vedove, che mi hanno coccolata e amata moltissimo. Probabilmente da questo periodo molto difficile nasce la mia vicinanza ai bimbi orfani e per esprimere la gratitudine alle mie nonne ecco il mio impegno per gli anziani, le vedove e i bambini in difficoltà.

Anche quest’anno i regali solidali hanno avuto molto successo. Ringrazio di cuore tutti quanti hanno aderito all’iniziativa. Ieri ho spedito la III tranche delle donazioni ricevute per la distribuzione di animali di piccola taglia per un totale di CHF 15’885.- e per due mucche altri CHF 1050.-.
Galline, capre e pecore vengono distribuite in tre differenti regioni (il nostro amico Marco veterinario può tirare un sospiro di sollievo, non stiamo inondando di capre solo villaggio…con le conseguenze sulla biodiversità che porterebbero comportare), mentre una mucca verrà data a Rutongo a Kamali, un ragazzo sordomuto che ha terminato le scuole dell’obbligo e di conseguenza il sostegno, il cui sogno da sempre era di possedere una mucca;l’altra alla nonna di Bizimana, ritrovata dopo 27 anni, così la sua felicità oltre ad aver ritrovato un nipotino disperso durante il genocidio, raddoppia, coronando il sogno di una vita di possedere una mucca.
Nella cultura ruandese da sempre le mucche sono davvero molto importanti. Durante gli anni del colonialismo, quando i Belgi hanno destabilizzato il Paese distinguendo gli abitanti dei vari clan in etnie, un Hutu che riusciva a possedere una mucca automaticamente diventava un Tutzi;  un giovane ragazzo per fidanzarsi doveva (e vige ancora tutt’ora)  impegnarsi a dare una o diverse mucche, a dipendenza della possibilità, ai genitori della sua amata, durante grandi festeggiamenti per l’occasione.
Nella savana quando ancora non era diventata sparsa di villaggi cresciuti come funghi negli ultimi anni per accogliere migliaia e migliaia di profughi, i pochi abitanti di allora possedevano mandrie con centinaia di esemplari di splendide mucche dalle corna lunghissime, di cui ora ne sono rimaste ben pochi esemplari, anche perché non redditizie.
Sono sempre stata orgogliosa per questa foto che ho scattato nel 1996 a Rwinkwuawu, nelle vicinanze dell’entrata del parco Akagera, quando bloccata in auto ho dovuto pazientare per lasciare passare tutta la mandria, ricompensata e beata della meraviglia di questa fiumana di corna.

Con i migliori Auguri per le prossime Festività invio un caro saluto,
gabriella

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