Ancora ieri un’ ultimo lungo e bellissimo viaggio nella savana, Antonio da anni non veniva in Ruanda e non era possibile, grazie a tutto il sostegno che ci ha dato sin dall’inzio della nascita associazione, non fargli bere la fresca acqua potabile che abbondantemente esce delle pompe ad energia solare: ne abbiamo visitato una nuova. In totale ora sono 21 i villaggi serviti con questo nuovo sistema, unico al momento in Ruanda.
Anche questo impianto con diverse fontane sparse nelle vicinanze di 2 villaggi di pigmei funziona che è una meraviglia. Abbiamo anche potuto vedere i primi manufatti dei soldi stanziati a primavera, per una cooperativa di ceramica, con forno comunitario risparmio energia e con la costruzione del locale di stoccaggio. La gioia di queste persone era immensa, da anni sradicati dalle foreste perché ora protette e con divieto di caccia, la loro abilità di vasai rieccola affiorare nella loro bellezza, parte della loro cultura recuperata, anche qui un po’ di speranza in più. Nel villaggio vediamo pur capretti, maiali, galline con pulcini: i nati dalla distribuzione fatta lo scorso febbraio.
Proseguiamo a visitare, sempre su piste sterrate in un paesaggio incantevole e particolarmente verdeggiante che grazie alla stagione delle piogge a volte ci sembra di essere in Toscana, uno dei centri di accoglienza organizzati per i profughi della Tanzania.
Fortunatamente il centro è vuoto, da una decina di giorni non entra più nessuno. Che le trattative tra i governi ruandesi e tanzaniani stiano veramente funzionando? O tra alcune settimane si assisterà impotenti ad un nuovo esodo?
In questo centro i nuovi arrivati passano una notte dove vengono censiti, lunghe liste coi loro nomi attestano il loro passaggio, poi vengono spostati in tende nella cittadina vicina nella speranza che gli siano trovati dei parenti scacciati gli scorsi anni e così dal campo profughi alla famiglia di accoglienza… ma è possibile? Gente poverissima che ha preso tutto ora accoglie altri parenti pure spogliati di tutto? Bambini malati e affamati che crescevano unicamente col latte e lo jougourth delle loro mucche perché molte delle loro famiglie di allevatori erano nomadi negli immensi spazi della vicina Tanzania, ora con niente? Le loro case sono vuote, nessun fuoco acceso per cucinare… qui sentiamo anche i pianti dei bimbi, difficile da accettare questo strazio, qui in Ruanda i bimbi solitamente non piangono…
Lasciamo la savana ancora una volta stupiti della sua bellezza, della sua dignità: per tutto il viaggio di ore e ore nessun sacchetto di plastica in terra, nessun pezzo di carta ai bordi delle strade e delle piste, proprio tutto il Paese è pulito.
Oggi ultima salita a Rutongo per finalizzare le ultime cose, accertarsi che i soldi stanziati per il nuovo progetto di una coltivazione di caffè siano distribuiti al meglio e questa sera rientro in Ticino.
A gennaio saremo di nuovo qui
cari saluti gabriella