Tra gli sfollati

Buongiorno,
finalmente ieri mattina tutto è pronto e organizzato per andare nella savana.

La nostra visita é dovuta essere stata posticipata di parecchi giorni: un primo contrattempo è stato il trasferimento dei soldi dal Ticino che ha preso più tempo del solito, poi la coincidenza con il giorno del volontariato nazionale, poi la festa degli eroi.

Finalmente ieri mattina presto la partenza, lasciamo Kigali in direzione della Tanzania e per alcune ore ci accompagna un paesaggio magico, una nebbia sottile e trasparente avvolge acacie e villaggi, l’erba sembra particolarmente verde e molta la gente all’alba già in cammino. Una caratteristica del Ruanda questa, ai bordi delle strade sempre gente in cammino, chi va al mercato con cespi di banane sulla testa, bimbi e adulti già in giro coi caratteristici bidoni gialli per attingere acqua, ragazzi in divisa scolastica, uomini in biciclette caricate all’inverosimile, poco traffico di auto e di camion e parecchi poliziotti ai bordi delle strade lungo tutto il tragitto, ovviamente grazie a loro il traffico è sempre molto disciplinato con pochi incidenti.
Come sempre ci colpisce la pulizia lungo le strade e all’interno dei villaggi, nessuna plastica o cartacce, aiuole curate, siepi potate nei più svariati motivi.

Percorriamo per alcune ore la strada asfaltata con piste ciclabili per pedoni e biciclette e arriviamo nella savana, il sole è già alto, il caldo si fa sentire e pure gli sballottamenti su strade sterrate e impolverate.
Per oggi abbiamo organizzato una prima distribuzione di mucche per il villaggio di Rwabiharamba, o meglio il villaggio ancora non c’è e le 51 famiglie di sfollati provenienti dalla Tanzania sono alloggiate provvisoriamente in un mercato, ma hanno già ricevuto dal governo ruandese le parcelle dove verranno, non appena troveranno i finanziamenti, costruite la loro case e la stalla comunitaria.
La pompa idraulica che servirà il villaggio è già attiva da un anno, alla fontana l’acqua è abbondante con sempre bidoni gialli in attesa di essere riempiti.

Gli uomini sono sulla strada ad attenderci (o più probabilmente ad aspettare le mucche) con capello in testa e bastone da pastore in mano. Sanno che una prima distribuzione di 20 mucche avverrà in giornata. La lista dei primi beneficiari è già pronta, la priorità viene data agli ex allevatori più anziani e alle famiglie con più bimbi a carico. La decisione sulle priorità è stata presa nel corso di una riunione col capo villaggio ( un ragazzino di circa 25 anni), gli sfollati stessi e il veterinario inviato dalle autorità locali.
Piano piano, alla spicciolata da diverse direzioni, arrivano le mucche, sono stanche, da ore sono in cammino, un caloroso applauso le accoglie.
In questo villaggio è previsto un progetto di una fattoria collettiva, oggi andremo a vedere l’appezzamento dove sorgerà ma la disperazione di queste persone a cui la legge ferrea della Tanzania ha imposto il rientro in Ruanda e la confisca di tutti i loro averi ci ha fatto affrettare i tempi, con le prime mucche arriva la speranza, il latte per i bimbi, il concime per le coltivazioni.
Il progetto, oltre alla stalla e un fondo di avviamento per la cooperativa, prevedeva 20 mucche e 1 toro… ma troppa la delusione, ogni famiglia vorrebbe una mucca e gli sfollati stessi si sono attivati presso le autorità per farsi dare un appezzamento molto grande ai confini del Parco Akagera per far pascolare la mandria durante le stagioni secche. Ovviamente accettiamo anche noi la loro richiesta e al nostro rientro in Ticino ci daremo da fare per trovare gli aiuti.
Queste persone sono state cacciate così in malo modo che sono convinte di essere dovute scappare da una guerra… ma di guerre in Tanzania nessuna traccia…

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Cari saluti, gabriella e josianne

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