Ed oggi sabato eccoci a casa, è la giornata del volontariato, tutto è bloccato, nessuna auto, bus, camion in circolazione. Si esce solo per lavorare. In due settimane che siamo qui è la seconda volta di mezze giornate senza auto perché domenica scorsa era Car Free Day dedicata allo sport. La sera prima su tutti i telefonini del Ruanda è arrivato il messaggio per ricordare della giornata senz’auto e per avvisare dei diversi luoghi con la possibilità di fare attività sportive di gruppo, organizzati nella città di Kigali.
Ieri sera siamo state invitate alla residenza dell’ambasciata svizzera per l’incontro dei nostri connazionali di ogni inizio anno. Con sorpresa mi è stato chiesto di fare una testimonianza sulla mia esperienza ruandese. Ho spiegato anche dei numerosi progetti di qui e chiesto un po’ di collaborazione per sostenere le “nostre” vedove dell’associazione Dushyikirane. Alcuni Svizzeri, sono pochi gli espatriati qui in Ruanda, sono sembrati interessati a collaborare: speriamo!!!
Ieri visita al Centro nutrizionale di Rutongo, nato per curare bambini malnutriti. Il loro numero cambia ogni giorno perché , oltre a quelli già assistiti ce ne sono altri che vengono inviati dal centro di sanità . Oggi sono 51, ne sono arrivati 5 nuovi. Ognuno viene con la mamma o con la nonna se orfano. Alcune mamme sono rimaste incinte per non aver voluto aderire al programma governativo di pianificazione familiare e contraccezione, nonostante pure le suore le invitino a farlo. Qui tengono a dormire solo i casi più urgenti. Gli altri bambini tornano a casa con le mamme con cibo per tre giorni poi ritornano qui. Le suore vanno ogni giorno in giro nelle case del villaggio per verificare se ci sono famiglie da aiutare o controllare i casi risolti portando da mangiare. Le mamme arrivano al mattino, alcune coltivano altre preparano la colazione. Al mattino mangiano la bouillie, pappa di sorgo bollito e miele, a pranzo mangiano ogni volta diverso: oggi riso verdure e carne, poi lunedì quando tornano altre cose.
Il centro è seguito da Insieme per la Pace ma finanziato da Epsilon onlus di Milano, l’associazione che mi ha fatto conoscere il libro di Gabriella sul genocidio e convinto a venire la prima volta in Rwanda.
Testo e foto di Patrizia Binda