Qui tutto procede velocemente, anche il conto in banca e gli euro che abbiamo portato si stanno esaurendo a vista d’occhio…
L’altro giorno siamo ritornati nella savana, questa volta Marco è con noi. Durante il periodo natalizio, tra mercatini e gradite offerte varie, abbiamo raccolto fondi per offrire altre 3 nuove pompe ad energia solare, la scorsa settimana durante la nostra visita ai rifugiati, avevamo stanziato la metà dei soldi per l’acquisto del materiale e l’inizio dei lavori. L’altra sera ancora un gradito messaggio via mail da un caro amico ci informa che offrirà una quarta pompa e allora via ai lavori. Siamo andati nella savana per accertarci che il materiale sia sul posto, i lavori almeno un po’ iniziati e la sorpresa grande è che pure per la IV pompa le attività erano in pieno svolgimento, tutto il materiale già sul posto, trivellazione e costruzione castello per sistemare la cisterna a buon punto.
Coincidenze: Irene e Paolo prima del loro rientro in Ticino hanno visitato il parco dell’Akagera e all’uscita hanno visto bimbi e adulti approvvigionarsi d’acqua in un laghetto/pozzanghera verdognolo e melmoso. Mi hanno chiesto se ci fosse la possibilità, in quella zona, di costruire una pompa per offrire acqua potabile… Ma non siamo noi a decidere l’ubicazione degli impianti, sono le autorità locali. Stanno organizzando villaggi per inserire i nuovi arrivati dalla Tanzania e conoscono meglio di noi le necessità. Va beh, proprio nel posto indicato da Irene e Paolo ecco che varrà sistemata la IV pompa del 2014 ed ecco come non è stato perso tempo…
Siamo poi ripartiti verso il centro d’accoglienza delle 31 famiglie di rifugiati alle quali avevamo distribuito, la scorsa settimana latte e riso. questa volta per loro vestiti, saponi, mutandine per i bimbi rigorosamente nuove e un po’ di soldi ad ogni famiglia, l’equivalente di 10 CHF. Le 31 famiglie sono al stipate in due caseggiati ed è per questo motivo che le autorità hanno fretta di sistemarle nei villaggi e di assegnare loro un pezzo di terra per coltivare e costruirvi una casa.
La terra per queste famiglie, a cui se ne aggiungeranno altre 50 ora accolte provvisoriamente in un centro culturale, si trova vicino alla IV pompa in costruzione. Le parcelle sono state tolte ad allevatori che avevano molti ettari a disposizione. La confisca è iniziata dai militari: tutti qui in Ruanda devono imparare a condividere e ad accogliere gente spogliata di tutto.
Impressionante la lista delle 21 famiglie, vi figurano i capi famiglia con i loro bambini: o solo donne con piccoli a carico alle quali è stato ucciso il marito, o uomini coi loro figli i perché originariamente ruandesi e sposati con donne tanzaniane: Uomini e figli scacciati, mamme rimaste in Tanzania e al contrario, donne sole perché il marito è della Tanzania quindi per diritto locale i bimbi appartengono agli uomini. Conclusione, su 31 famiglie nessuna era composta da marito, moglie e figli, tutte le famiglie sono state straziate, separate…
I rifugiati, anche a Rutongo ne hanno sostati parecchi, parlano di guerra in Tanzania, ma nessuna guerra è dichiarata, probabilmente sono solo questioni politiche: Loro attribuiscono alla loro fuga obbligata, alla tanta violenza, ai morti, ai bimbi che rientrano soli perché rimasti orfani, a una guerra che non c’è, è solo la cattiveria dell’essere umano che ogni tanto esplode in modo incontrollato.
Il nostro soggiorno sta per terminare, sono ormai 3 settimane che siamo qui, il nostro pozzo miracoloso è quasi esaurito e ci stiamo preparando a riempirlo di nuovo, goccia a goccia ce la faremo.
Prossimo appuntamento il concerto che il coro goccia di voci offrirà il 27 marzo alla Chiesa Evangelica Riformata a Lugano, seguiranno informazioni più dettagliate.
Cari saluti Gabriella Josianne e Marco