… ma questo gorilla?…

Carissimi 
l’altro giorno dal Ruanda mi è arrivata questa curiosissima foto… un gorilla sceso a un villaggio… tutto solo soletto…
Solitamente i gorilla si spostano in gruppo o meglio con tutta la famiglia, vivono pacifici sui vulcani del Ruanda e non scendono ai villaggi. Ma allora questo maestoso silverback, in mezzo di un campo di patate, che ci fa?

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Il 14 marzo, quando in Ruanda è stato diagnosticato il primo caso di coronavirus, il governo si è subito attuato a prendere misure per cercare di contenerlo. Tra queste decisioni è stato subito chiuso anche il parco dei Virunga, dove vivono i gorilla di montagna. Questi giganti vegetariani così simili a noi umani sono molto fragili e vulnerabili, appartengono alla categoria dei beringei beringei (vedi cartina più sotto, vivono dove sono evidenziate le tre piccolissime zone in blu). Questi animali in via di estinzione in Ruanda sono molto protetti e rappresentano pure un importante indotto economico, soprattutto per un paese sprovvisto di materie prime che promuove il settore del turismo.La visita ai gorilla è molto ben organizzata e pure costosa: dollari 1’500.- a persona, per sostare un’ora esatta davanti a loro. Sono soldi comunque ben utilizzati sia per la protezione del parco sia per la popolazione confinante che grazie alle migliorie introdotte ha capito che portano più benessere i gorilla vivi che non il bracconaggio. 
Questo gorilla sembra essere un robusto giovane, non un capofamiglia che solitamente per l’età ha la schiena molto più argentata e che difficilmente si allontana lasciando la sua famiglia incustodita. Mi piace pensare che sia stato ben scelto dal gruppo e mandato di vedetta perché, abituati da anni a visite giornaliere, si saranno incuriositi sul come mai non arrivi più nessuno…
… e la popolazione del villaggio malgrado la raccomandazione di non uscire di casa che allibita finalmente riesce a vedere uno di questi esemplari così preziosi tanto che i wazungu (i bianchi) spendono soldi che loro nemmeno in un anno di dure coltivazioni riescono a racimolare…
La pandemia nel Paese è sotto controllo: in totale 191 casi accertati di cui 92 ancora ricoverati e nessun decesso, le mascherine vengono fabbricate nel paese e pure una ditta si è convertita nella produzione di respiratori; per tutto il periodo dell’isolamento l’elettricità è gratuita e il governo alle famiglie più bisognose fa il possibile per distribuire beni di prima necessità.
Nel comune di Nyagatare anche abbé Patrice, in collaborazione con le autorità, fa del suo meglio e due volte la settimana ha il permesso per andare a Kigali ad acquistare viveri e al rientro, con l’aiuto di volontari locali, prepara dei sacchetti con viveri e saponi e li consegna ai capi dei diversi villaggi a lui assegnati, che si occupano delle distribuzioni, dando poi un resoconto del lavoro svolto.
Abbé Patrice ci è molto riconoscente perché è anche grazie al nostro aiuto che può portare sollievo e solidarietà. Ringrazia di cuore anche per i numerosi acquedotti e cisterne che abbiamo fornito nella zona, perché soprattutto in questo periodo di pandemia, sono ancora più preziosi…
…e allora grazie a voi che ci sostenete 
un caro saluto gabriella

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