I nonni ritrovati!

Gli ultimi giorni…
ecco un piccolo riassunto della nostra permanenza in queste quasi tre settimane, mercoledì 3 il rientro in Ticino.

I ragazzi dei 3 foyer vanno benissimo; ogni anno diminuiscono perché cresciuti e ormai quasi uomini: gli abbiamo dato educazione, scolarizzazione e strumenti per continuare la vita con le proprie forze.
Al foyer di Rutongo Jean Paul, il ragazzo amputato dalle mine antiuomo durante la guerra ha compiuto i 30 anni, ha lasciato la casa famiglia e lavora come segretario all’associazione delle vedove. Abbiamo fatto una festicciola per la sua partenza dove ha tenuto un discorso dando consigli ai ragazzini “ormai divenuti suoi fratelli”.

La mamma del foyer si chiama Teresa, ma tutti la chiamano maman Joujou ( il nome del più piccolo dei suoi figli che in realtà si chiama Ciel) la scorsa settimana è venuta a Kigali per portare al foyer sua madre che aveva ritrovato due anni fa dopo lunghe ricerche. Teresa, due anni fa, quando le avevo detto che poteva portare sua madre al nostro foyer di Rutongo si era rifiutata perché la mamma sembrava impazzita, impazzita per il dolore. Durante il genocidio si trovava a Kigali ed è sopravvissuta per caso ma marito e 5 figli sono stati massacrati sotto i suoi occhi. Aveva perso ogni contatto con Teresa e con l’altra sua figlia che nel ’94 si trovavano in Tanzania.
Anche la sorella di maman Joujou è stata cacciata dalla Tanzania 4 anni fa mentre suo marito è stato ucciso. Lei a forza ha dovuto prendere la via per il Ruanda con i quattro figli che è riuscita a salvare. Per 2 anni qui a Kigali ha fatto ricerche fino a che è riuscita a trovare mamma, sorella e nipotini.
Unukecuru, ossia la mamma di mamma Teresa, dopo aver ritrovato le due figlie e gli 8 nipotini sta meglio anche se ha a volte momenti di assenza.
E così i bimbi del foyer di Rutongo finalmente hanno una nonna!

Dagli sfollati della Tanzania che abitano nella savana siamo andate venerdì per distribuire uniformi e scarpe ai 120 bambini del nuovo villaggio di Rwabiharamba. Al nostro rientro ci metteremo all’opera per raccogliere fondi per rinforzare e dare porte e finestre alle loro 54 case costruite alla bell’e meglio, proprio una emergenza per dare loro un tetto sulla testa (prezzo per ogni ristrutturazione per casa circa CHF 3.000.-).
La gente del villaggio era veramente affamata, da giorni nessuno mangiava, le 54 mucche che abbiamo distribuito durante il 2015 stanno bene ma solo poche ad ora hanno avuto il vitellino e di conseguenza fanno latte per i bambini.
Prima di partire abbiamo dato FRW 100.000.- per acquistare latte per gli anziani e i bimbi.

Nel secondo piccolo progetto per gli sfollati della Tanzania abbiamo dato sostegno a 7 famiglie che il governo ruandese ha spostato a Rutongo dalle vedove della nostra associazione che le hanno a loro volta sistemate in una vallata dove anni fa avevamo organizzato una fattoria. Mamma mia che povertà! Nella casa del pastore e in una baracca hanno sistemato ben 7 famiglie con niente. Abbiamo dato le uniformi per la scuola dei bimbi, ciabatte, materiale scolastico e regalato una mucca di razza ad ogni famiglia, costruito la stalla per loro con annesso due locali d’abitazione e distribuito una ventina di galline, una ad ogni bimba/o. Anche queste persone parlano di massacri, ruberie, soprusi e quant’altro.

Non abbiamo dimenticato, grazie ora alle adozioni collettive, la distribuzione di capre alle famiglie con bambini malnutriti. A novembre avevamo dato 50 capre e quest’anno altre 20.
Anche al servizio nutrizionale di Rutongo che tramite Epsilon da quest’anno riceve l’equivalente di euro 500 mensili è arrivato un regalo inaspettato: grazie al matrimonio di Giada, l’equivalente di CHF 1.500.- avendo gli sposi rinunciato ai regali a favore della solidarietà.

Una veloce visita alla piantagione di caffé che dallo scorso fine anno ha iniziato a dare il primo raccolto.

Oggi picnic al terzo foyer, la fattoria. Anche oggi un ulteriore congedo con nodo in gola e lacrime represse: Jean De Dieu, 22 anni, raccolto sulla strada ancora piccolino, lo scorso dicembre ha ritrovato suo nonno e ha chiesto di poter andare da lui. Ha terminato le scuole dell’obbligo e per due anni ha compiuto, anche lavorando, una formazione da noi come allevatore. Il picnic di oggi era per la sua partenza, quasi tutti i ragazzi dei foyer divenuti negli anni fratelli erano presenti, eravamo una trentina in tutto a dargli coraggio e a complimentarci con lui per il suo comportamento esemplare. E’ partito con il suo conto in banca, uno zaino per il viaggio, scarpe nuove, vestiti e a sorpresa anche un cellulare.

In questo periodo si stanno svolgendo i campionati africani di calcio previsti in Tunisia ma spostati qui in Ruanda per questioni di sicurezza.
Alcune squadre sono state eliminate e dalle interviste agli uscenti risulta molta sorpresa espressa dai giocatori africani sia sull’accoglienza del Rwanda, sull’interazione tra polizia, militari e popolazione, sia sull’organizzazione e pulizia di questo Paese.
All’apertura del campionato il discorso del presidente Paul Kagame è stato ben chiaro, che lo sport sia vissuto sportivamente e non sia un’occasione per disordini e violenze varie.
Qui all’uscita degli stadi non ci sono poliziotti in assetto di guerra antisommossa, tutto si svolge nella calma. Tempo fa a un tentativo di destabilizzazione da parte degli hooligans la polizia è stata molto severa e ha arrestato i manifestanti violenti, va beh da allora il dopo partita fila via, liscio come l’olio.

Ieri era la giornata nazionale dell’umuganda ( volontariato per lavori comunitari), i rappresentanti dell’Unione Africana di Calcio hanno partecipato attivamente e sorridenti con picconi, badili e scope. Nel discorso a fine umuganda il vice presidente della CAF ha ringraziato per l’ accoglienza e augura che il Ruanda serva d’esempio a tutto il resto del Continente Africano sia per la buona governanza, sia per le giornate di volontariato.

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Che lo stupore di questo piccolo sfollato ci possa accompagnare nel percorso della nostra vita.

Con cari saluti gabriella, josianne, stefania

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