Carissimi,
rieccomi in Rwanda accompagnata da Josianne. Questa volta ad attenderci già da alcuni giorni c’erano Irene, Paolo e Mouloud.
Nei giorni scorsi alcuni giri a visitare i progetti di Rutongo e ora appena arrivati accaldati, sudati, stravolti dalla giornata piena di eventi, emozioni e sensazioni nella savana
Prima tappa, che fortunatamente ci ha dato molta gioia e energia per affrontare gli incontri successivi di ben altro tenore, è stata la quinta visita al villaggio dei Batwa dove già avevamo distribuito capre, pecore, maiali e galline ma mancavano 10 famiglie che alle distribuzioni precedenti non erano presenti. In questo nuovo villaggio, grazie a un nostro amico e sostenitore, avevamo organizzato un progetto di produzione di vasellame con argilla del luogo e forno ecologico.
Siamo rimasti stupiti dai progressi così significativi nell’ organizzazione e ampliamento del progetto. Infatti, la novità dell’arrivo recente di un ordinativo da parte del governo rwandese di 3500 fornelli speciali per cucinare sia a legna sia a carbone a bassissimo consumo energetico ha cambiato la prospettiva e il futuro del progetto: vengono assunti e formati molti più giovani di quanti si pensasse all’inizio. Il governo di qui è molto sensibile alla problematica della salvaguardia dell’ambiente, i nuovi forni permetteranno infatti di risparmiare una quantità notevole di legna e carbone normalmente utilizzato dalle famiglie rwandesi per cucinare.
Ma la sorpresa più grande è stata l’esplosione di gioia e allegria dei pigmei durante la nostra visita che è sfociata in una seria di spontanei balli, canti e musica spontanei a cui ha partecipato tutta la comunità. La loro riconoscenza si poteva leggere chiaramente nei loro sguardi e nei loro sorrisi.
Ci allontaniamo dal villaggio Batwa e raggiungiamo, su piste sconnesse, alcuni villaggi dove abbiamo installato delle pompe idrauliche ad energia solare. negli ultimi anni questo è uno degli obbiettivi principali del nostro sforzo di raccolta fondi. Questa sono solo alcune delle 21 pompe che abbiamo realizzato negli ultimi 3 anni. Con l’aiuto e il supporto di tutti voi che ci sostenete abbiamo potuto dare il nostro piccolo contributo al miglioramento delle condizioni di vita di tante persone che vivono in nuovi villaggi cresciuti nell’emergenza profughi.
Negli ultimi anni ai problemi soliti del Rwanda si è aggiunto dei profughi espulsi dalla vicina Tanzania: decine di migliaia di persone sono state costrette a lasciare le loro case e si sono trovate spogliate di tutto nel paese dei loro antenati sfuggiti dalle guerre cruente e dalle persecuzioni negli anni cinquanta e successivi. Con l’aiuto di padre Patrice e delle autorità locali abbiamo distribuito tettoie, capre, pecore, vestiario e latte fresco.
Piccoli gesti da parte nostra ma negli occhi dei bambini affamati si leggeva un senso di gratitudine che ci riempiva il cuore: difficile non piangere davanti tanta sofferenza. Per molti tra loro percepiva non solo la perdità di tutto quello che possedevo, ma anche della cosa più preziosa: la dignità.
Un grande saluto gabriella, josianne, irene e paolo